L’Associazione sammarinese Pro Vita e Pro Famiglia ‘Uno di Noi’ rivolge a tutti l’invito a partecipare a due Serate dedicate alla conoscenza e all’esegesi della Lettera Enciclica Evangelii Vitae sul valore e l’inviolabilità della vita umana che, trent’anni or sono, il Santo Pontefice Giovanni Paolo II indirizzò alla Chiesa e a tutti gli uomini di buona volontà.
Relatore in entrambi gli incontri – giovedì 25 settembre e giovedì 30 ottobre – sarà don Gabriele Mangiarotti, direttore dell’Ufficio Cultura e IRC della Diocesi di San Marino-Montefeltro.
Evangelium vitae è molto più di una Enciclica sulla bioetica. È una buona notizia, un Vangelo sulla vita, secondo la promessa di Gesù: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10). La pienezza di vita alla quale siamo destinati illumina la vita umana fin nella sua avventura terrena ed è il principio generatore di tutta l’Enciclica.
Il testo si articola in quattro capitoli dai titoli evocativi. Il primo – La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo – si apre con la scena sconvolgente del primo fratricidio e collega quell’antica violenza alle attuali minacce contro la vita umana: dall’aborto all’eutanasia, passando per le più diverse forme di manipolazione della vita umana, si assiste a una sorta di «congiura contro la vita» (Ev 18) e a «minacce programmate in maniera scientifica e sistematica» (Ev 17), espressioni di una vera cultura di morte. L’Enciclica individua le ragioni intime di questa situazione drammatica in un’idea perversa di libertà per la quale ogni valore diventa negoziabile, anche la vita umana, e ancora più profondamente nella relazione tra l’eclissi del senso di Dio e l’eclissi dell’uomo.
Il secondo capitolo – Sono venuto perché abbiano la vita – è dedicato al messaggio biblico sulla vita e ci invita a tenere fisso lo sguardo su Gesù perché solo in Lui possiamo comprendere il valore della vita fisica e spirituale dell’uomo.
Il terzo capitolo – La Legge santa di Dio – è centrato sul rapporto fra il Vangelo della vita e il comandamento “non uccidere”. «Il comandamento di Dio non è mai separato dal suo amore: è sempre un dono per la crescita dell’uomo» (Ev 52).
Il punto d‘arrivo dell’Enciclica è il quarto capitolo: L’avete fatto a me. Per una nuova cultura della vita umana. Tutti i cristiani, rinati in Cristo per una vita nuova, sono inviati nel mondo come popolo della vita e per la vita. Le forme che può assumere questo annuncio sono molteplici: dai più piccoli gesti quotidiani ai gesti eroici, da catechesi e azione educativa al servizio quotidiano dei piccoli e dei poveri, vittime della cultura dello scarto, da medici e operatori sanitari, custodi e servitori della vita, a volontari, animatori sociali, politici. Per invertire la rotta della società, avvelenata dalla cultura di morte, sarà necessaria un’opera di formazione delle coscienze, non imponendo norme ma trasmettendo valori, e il valore della persona umana prima di tutto, e così tessere il nesso delicato tra libertà, verità e vita (cf. fonte “Avvenire” del 25 marzo 2025, “Evangelium vitae”, trent’anni per la nostra umanità, di Maurizio Faggioni O.F.M).
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