Un nuovo modello educativo

7 punti cardine dell’educazione secondo Papa Francesco

Chi ha più di quarant’anni fatica ogni giorno ad assistere ai continui annunci di cambiamenti politici, economici e sociali. Pensiamo alle guerre guerreggiate o annunciate, ai dazi, all’influsso dell’intelligenza artificiale a tutti i livelli. Stiamo vivendo quello che fin dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco aveva definito “un cambiamento d’epoca”. Tale mutazione di paradigmi perché non sia solo distruttiva delle identità, delle culture e delle tradizioni dei popoli occorre che sia affrontata con un approccio educativo nuovo. La questione riguarda soprattutto le nuove generazioni che si troveranno a navigare in questo mare inesplorato. Occorre che ne abbiano gli strumenti per non smarrirsi o esserne travolti.

Fin dal settembre del 2019 Papa Francesco propose un “Patto educativo globale”. Ispirandosi a un detto africano che afferma che “per educare un bambino occorre un villaggio intero”, Francesco faceva notare che per i bambini di oggi e di domani il contesto educativo è quello del mondo, del “villaggio globale”. Un villaggio che si dovrà caratterizzare dalla fraternità e non dell’esclusione e dallo scarto. Ha scritto Francesco: “In un simile villaggio è più facile trovare la convergenza globale per un’educazione che sappia farsi portatrice di un’alleanza tra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita; tra le generazioni; tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la società civile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche, sportive, politiche, imprenditoriali e solidali. Un’alleanza tra gli abitanti della Terra e la “casa comune”, alla quale dobbiamo cura e rispetto. Un’alleanza generatrice di pace, giustizia e accoglienza tra tutti i popoli della famiglia umana nonché di dialogo tra le religioni”.

Papa Francesco ha indicato come punti cardine dell’educazione di questo villaggio globale i seguenti: 1° la centralità della persona; 2° l’ascolto di bambini, adolescenti e giovani; 3° la piena partecipazione all’istruzione delle bambine; 4° la famiglia come primo soggetto dell’educazione; 5° l’accoglienza, in particolare verso i più vulnerabili ed emarginati; 6° un nuovo modo di intendere l’economia, la politica e il progresso; 7° il custodire e coltivare in modo rispettoso la casa comune ovvero la terra. Questi sette aspetti possono essere condivisi a partire da qualunque tipo di credo e cultura. Questi sette pilastri possono diventare le fondamenta per una umanità fraterna e unita pur nel rispetto delle differenze.

Ha scritto Papa Francesco: “È tempo di guardare avanti con coraggio e con speranza. Pertanto, ci sostenga la convinzione che nell’educazione abita il seme della speranza: una speranza di pace e di giustizia. Una speranza di bellezza, di bontà; una speranza di armonia sociale. Ricordiamo, fratelli e sorelle, che le grandi trasformazioni non si costruiscono a tavolino, no. C’è una “architettura” della pace in cui intervengono le varie istituzioni e persone di una società, ciascuna secondo la propria competenza ma senza escludere nessuno. Così dobbiamo andare avanti noi: tutti insieme, ognuno come è, ma sempre guardando avanti insieme, verso questa costruzione di una civiltà dell’armonia, dell’unità, dove non ci sia posto per questa cattiva pandemia della cultura dello scarto”.

Don Mirco Cesarini, Vicario Generale

condividi su