“Prendi il largo”

È il tempo di una Chiesa che non teme di rischiare

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. (Lc 5,1-11)

E proprio lì si compie il miracolo: la fiducia trasforma la fatica in ricchezza, la delusione in speranza. “Prendere il largo” non è un atto solitario. Nel linguaggio del Vangelo, il “largo” non è soltanto un luogo geografico. È uno spazio vissuto in cui la fede si misura con la realtà, in cui la parola di Cristo chiede di tradursi in scelte, relazioni, impegni.
Ogni gesto di accoglienza, ogni mensa, ogni centro di ascolto diventa Vangelo vissuto.
L’esperienza della fede, però, non si esaurisce nell’azione. Il “largo” è anche lo spazio del silenzio e della preghiera. Nelle diocesi, le comunità religiose e i gruppi di spiritualità continuano a essere punto di riferimento. Tra le abbazie, i santuari mariani, gli istituti di vita consacrata, è custodito un patrimonio spirituale immenso.

Le parrocchie sono oggi il luogo principale di questo movimento: qui, attraverso la catechesi, la liturgia, la Caritas, il volontariato, si sperimenta la dimensione quotidiana di una Chiesa “in uscita”, secondo le parole di Papa Francesco. Non basta infatti restare sulla riva, nell’attesa che gli altri arrivino. “Il Vangelo chiede ai credenti l’audacia di un primo passo, il desiderio dell’incontro, la pazienza della testimonianza. Molte diocesi italiane stanno riscoprendo questo slancio missionario. Piani pastorali ispirati all’ascolto, percorsi sinodali, nuove forme di carità e attenzione ai poveri sono i segni visibili di un laicato che torna protagonista”. La carità, in questa prospettiva, non è solo un gesto di solidarietà, ma un modo di leggere la realtà con occhi evangelici. “Prendere il largo” significa anche imparare a riconoscere Cristo tra chi vive l’esclusione, la solitudine o la povertà materiale e spirituale.

Sul lago di Gennèsaret, il Maestro colpisce le folle perché parla con una autorevolezza fino ad allora, forse, sconosciuta. Gesù si rivolge a Simone dando il via ad un dialogo con lui che lo segnerà per sempre. Inizia con un comando: “Prendi il largo, (Duc in altum che si può leggere anche “conduci te stesso in alto”) e calate le reti per la pesca!”. È una richiesta paradossale perché Simone e i suoi compagni hanno faticato tutta la notte senza pescare nulla. Eppure Simone mette da parte le sue certezze e risponde senza indugio: “Sulla tua parola getterò le reti!”. Siamo di fronte ad un’affermazione straordinaria che esprime l’essenza della fede, un’adesione fiduciosa e profonda a Gesù. “Avendo fatto questo, presero una quantità enorme di pesce e le reti si rompevano” tanto che Simone chiama in aiuto Giacomo e Giovanni, che sono nell’altra barca. E al vedere ciò Simone “si getta alle ginocchia di Gesù” che apre il cuore alla fiducia perché tutto si può cambiare, perché è possibile una vita nuova. Per questo Simone cambia nome e viene chiamato Pietro, per segnare profondamente il suo cambiamento, per iniziare un “programma nuovo” di vita. Una missione precisa che Gesù affida a Simon Pietro: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.

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