Prendere il largo: le “Comunità di fede”

La definizione pastorale del concetto di “Comunità di fede”

Il Cammino Sinodale si è concluso offrendoci un quadro inequivocabile della nostra diocesi, rivelando la necessità improrogabile di un rinnovamento e di una riconfigurazione pastorale. L’obiettivo è chiaro: rispondere con maggiore creatività e carità ai bisogni di evangelizzazione e missione delle nostre parrocchie.

Le sfide che invocano il cambiamento

Il contesto attuale ci pone di fronte a un complesso di sfide che non possiamo ignorare. Lo spopolamento, le marcate differenze sociali tra le zone pastorali e un cambiamento del paradigma culturale che vede avanzare i processi di secolarizzazione e scristianizzazione, richiedono una risposta audace. A ciò si aggiungono l’esigenza di una pastorale più missionaria e la problematica della carenza di vocazioni sacerdotali, diaconali e ministeriali che invocano la riorganizzazione della guida e animazione pastorale delle nostre piccole comunità.

Questa combinazione di fattori, unita alla situazione delle nostre strutture parrocchiali e diocesane, esige una ponderata riflessione sulla nostra presenza ecclesiale sul territorio sammarinese-feretrano. Dobbiamo scongiurare la tentazione dello scoraggiamento e dell’arresa. L’invito del Signore Gesù è anche per noi: “prendere il largo”, osare e rischiare un processo di rinnovamento.

Questo processo deve focalizzarsi sulla collaborazione pastorale tra parrocchie territorialmente vicine, per accompagnare e servire le nostre realtà e rafforzare l’edificazione della comunità ecclesiale di oggi.

La crisi di fede come domanda di fondo

L’analisi del disfacimento delle nostre comunità e aggregazioni laicali ha evidenziato che la crisi di fede è la causa predominante del nostro tempo. Questa consapevolezza ci costringe a riconsiderare i progetti di evangelizzazione e missione, coinvolgendo tutti i battezzati per attuare la ricezione del percorso sinodale. Dobbiamo riscoprirci comunità eucaristica, missionaria e profetica attraverso l’impegno testimoniale della Carità a servizio del bene comune, riscoprendo e consapevolizzando sempre più il dono della fede battesimale.

La valutazione della natura stessa della parrocchia ha offerto le coordinate essenziali: la fede, ricevuta nel Battesimo. Per questo motivo, l’espressione “Comunità di fede” risulta la più appropriata per identificare e incrementare la realtà pastorale che intendiamo sviluppare.

La “Comunità di fede”: la proposta per il quinquennio (2025-2030)

Che cos’è, dunque, una “Comunità di fede”?

È la risposta pastorale che proponiamo per il prossimo quinquennio, volta al rinnovamento e all’organizzazione della nostra diocesi. Il suo scopo è favorire la collaborazione tra parrocchie territorialmente vicine, promuovendo il bene comune nelle aree interne, e riconfigurare il servizio ministeriale dei battezzati per la crescita e l’accompagnamento dei fedeli. I riferimenti teologici per la declinazione e organizzazione delle “Comunità di fede” sono:

  1. La Parrocchia come Comunità Eucaristica: come ricordato da Giovanni Paolo II (Christifideles Laici, n. 26), la parrocchia non è primariamente una struttura o un edificio, ma “una comunità di fede e una comunità organica”, fondata sulla realtà teologica di essere una comunità idonea a celebrare l’Eucaristia.
  2. La Parrocchia come Presenza Missionaria nel Territorio: Papa Francesco (Evangelii Gaudium, n. 28) sottolinea la sua grande plasticità e la necessità di riformarsi per non diventare una struttura separata dalla gente. La parrocchia è chiamata ad essere «la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie», un centro di costante invio missionario.

La struttura portante: i quattro pilastri operativi

Per assicurare che il rinnovamento non sia solo teorico, ogni “Comunità di fede” sarà chiamata a riprogettare la propria azione pastorale sulla base dei quattro pilastri che strutturano il Catechismo della Chiesa Cattolica. Questi pilastri definiscono le aree d’intervento per un’esperienza cristiana completa e autentica:

 

Pilastro Obiettivo Operativo Esempi di Azione
1. FORMAZIONE: Professione di fede Favorire la consapevolezza del dono battesimale e la crescita del discepolato. Nuovi percorsi per adulti e giovani, scuole di Parola, promozione della lettura e meditazione della Sacra Scrittura e del Catechismo della Chiesa Cattolica.
2. LITURGIA: Celebrazione del Mistero Garantire che la vita sacramentale sia il cuore pulsante e la sorgente della missione. Rinnovamento dei percorsi di Iniziazione Cristiana (con prospettiva eucaristica e missionaria), cura della dignità della celebrazione, coinvolgimento dei ministeri istituiti.
3. TESTIMONIANZA: La Vita in Cristo Promuovere l’impegno etico e la carità come segno visibile del Vangelo nella storia. Suscitare la Diaconìa della Carità per i poveri, anziani, giovani, emarginati. Intervento attivo nei settori del bene comune (educazione, giustizia sociale, pace, povertà, anziani, solitudine, emarginazione, famiglia, giovani, tutela dei minori e delle persone vulnerabili, …).
4. PREGHIERA:

La Vita Interiore

Sostenere la relazione personale con Dio e la dimensione comunitaria dell’elevazione spirituale. Promuovere momenti di Adorazione Eucaristica comunitaria, Scuole di Preghiera, ritiri spirituali per laici e famiglie, presbiteri, diaconi e ministri istituiti.

 

Ogni “Comunità di fede” è chiamata a riprogettarsi su questi quattro pilastri per un’azione pastorale viva ed efficace, per custodire, nutrire e celebrare il dono della fede che ogni battezzato ha ricevuto e incrementare un’azione di evangelizzazione e missionaria per diffondere il Vangelo perché la fede diventi cultura in tutti gli ambiti della vita umana.

La mappa del rinnovamento: le domande di fondo

Per orientare il processo di riconfigurazione e garantire che sia profondamente ancorato alla realtà e alle urgenze, la riflessione diocesana si è concentrata su quattro domande cruciali. Queste rappresentano la mappa per il rinnovamento e definiscono il perimetro d’azione della “Comunità di fede”:

 

Domanda di fondo Obiettivo strategico
1. Cosa richiedono le parrocchie del nostro territorio per essere comunità di fede vive e significative? Identificare le necessità primarie per trasformare le comunità da luoghi di servizi a luoghi di esperienza cristiana e senso ecclesiale.
2. In che modo possiamo sviluppare un servizio ministeriale per far crescere e accompagnare le nostre comunità di fede? Ripensare la ministerialità (ordinata e laicale) non solo in termini di supplenza, ma di vera promozione di tutti i carismi battesimali per l’edificazione comune.
3. Quali potrebbero essere i modelli o paradigmi teologici-pastorali che vogliamo “praticare” e “agire”? Scegliere un modello operativo chiaro (la “Comunità di fede”) che sia coerente con la Dottrina della Chiesa e che corrisponda alle sfide di secolarizzazione e missione.
4. Quali strumenti e percorsi potremmo mettere in atto per intraprendere un processo di rinnovamento pastorale? Definire gli strumenti pratici (es. Équipe Pastorali, percorsi formativi, nuovi schemi di collaborazione) per rendere il rinnovamento concreto e sostenibile.

Criteri di sviluppo missionario:

Il processo sarà guidato da precisi criteri:

  • Formazione dei battezzati per un discepolato consapevole.
  • Rinnovamento dei percorsi di Iniziazione Cristiana in una prospettiva eucaristica e missionaria.
  • Promozione della ministerialità laicale per la guida e l’animazione delle comunità.
  • Suscitare la diaconìa della Carità per rispondere ai bisogni sociali (solitudine, povertà, anziani, giovani).
  • Corrispondere ai segni dei tempi con una testimonianza del Vangelo della Speranza.

La Guida: le Équipe Pastorali

A guidare e animare le “Comunità di fede” saranno le Équipe Pastorali, composte da presbiteri, diaconi, ministri istituiti e, significativamente, da membri laici delle parrocchie interessate e coordinate da un moderatore presbitero e due laici. In stile sinodale, tutti i membri dell’équipe esprimeranno la responsabilità della guida e l’animazione delle “Comunità di fede” in virtù del sacerdozio comune battesimale e del mandato del Vescovo. La loro missione sarà cruciale per gestire le parrocchie della “Comunità di fede”, affinché il dono della fede fruttifichi nella storia per la costruzione del Regno di Dio.

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